Il pellet per il riscaldamento domestico è una soluzione che da alcuni anni si sta facendo sempre più strada come soluzione alternativa a quelle basate sui classici combustibili fossili. Ciò perché il pellet oltre ad essere più ecologico ed ecosostenibile è anche più economico, ma il tutto senza rinunciare ad una elevata efficienza energetica.
Cos’è il pellet e perché è ecologico
Il pellet è ottenuto quasi sempre dalla lavorazione degli scarti che si generano durante la lavorazione del legno: trucioli e segatura trovano ulteriore applicazione e vengono in sostanza sottoposti ad un processo di compressione che li trasforma nei piccoli cilindretti che siamo abituati a vedere, che sono tenuti insieme dalla lignina e che sono sottoposti ad un apposito procedimento di essiccazione. Tra i biocombustibili il pellet è considerato quello con i più bassi valori di emissioni, e di conseguenza anche nell’ottica del risparmio energetico è molto più sostenibile e trova applicazioni sicure, certificate ed efficaci per il riscaldamento domestico.
Il potere calorifico del pellet
Veniamo alla domanda che in molti si pongono, e probabilmente anche tu se sei giunto a questo nostro articolo: qual è il potere calorifico del pellet? Chiariamo intanto che per potere calorifico si intende la quantità di calore prodotta dalla combustione di una unità, e nel caso del pellet questa viene generalmente misurata in kWh/kg.
Esistono in commercio vari tipi di pellet, a seconda del legno dal quale esso viene ricavato, ed il valore – considerato sempre a parità di umidità del materiale – è più elevato per i legni duri rispetto a quelli dolci. Generalmente il legno preferito per la produzione di pellet di alta qualità e di miglior resa è quello ricavato da abete, pino, rovere e faggio.
Il tasso di umidità del pellet
La quantità di acqua presente nel pellet, ossia il suo tasso di umidità, è un parametro che influenza il potere calorifico perché ne riduce la capacità di combustione. Per ottenere i migliori risultati è necessario che il tasso di umidità sia compreso tra l’8% ed un massimo del 12%. Su ogni confezione di pellet in commercio questi due valori (potere calorifico e tasso di umidità) sono indicati in maniera chiara perché ne determinano il livello di qualità, tuttavia esistono anche altri parametri da tenere in considerazione e che vengono ugualmente indicati: ci riferiamo alle fondamentali certificazioni, che servono a classificare il pellet anche in termini di sicurezza per il consumatore.
Perché scegliere pellet certificato
Una regola di buon senso, ma anche un dovere per qualsiasi consumatore, stabilisce che per evitare di inalare sostanze nocive derivanti dalla combustione ci si orienti esclusivamente su pellet certificato. Informarsi è fondamentale non solo per tutelare l’ambiente, ma anche per la propria salute: per il riscaldamento domestico viene raccomandato l’esclusivo uso di pellet certificato ENPlus oppure DINPlus, che sono le uniche vere garanzie di sicurezza per il consumatore in quanto certificano che il pellet è stato lavorato secondo un processo di produzione che non prevede trattamenti chimici né la presenza di additivi nella compattazione.
Il prodotto finito deve dunque presentarsi naturalmente compatto sfruttando il solo potere legante della lignina, il polimero naturale presente nel legno, ed avere un residuo in ceneri che non superi lo 0,7%. Solo questi pellet assicurano la migliore resa termica ed anche una maggiore durata dell’impianto.
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